martedì 28 giugno 2011

Dopo aver fatto per mesi avanti e indietro sulla numerazione dei canali, da un paio di giorni rainews24 si vede come se il tubo catodico della mia tv avesse vomitato. Non ci sono parole per descrivere il mio disappunto verso i responsabili di questo disservizio. Anzi ci sono: "Avete rotto il cazzo!".

mercoledì 15 giugno 2011

Un sabato qualunque


Nella casa dove vivo, in una parete dell’andito, è appeso un crocifisso. Qualche sabato fa ho scoperto che aveva iniziato a piangere. Piccole gocce di sangue fuoriuscivano dai suoi occhi e gli colavano sul viso prima di finire sul pavimento pulito. Di solito, quando fa così gli racconto un paio di barzellette e gli passa. Stavolta sembrava non funzionare. Dalla cucina arrivava già la sigla della Champions League, la finale stava per cominciare. Allora ho capito: il giovane palestinese voleva essere spostato in cucina per vedere la partita con me. Sì, perché nonostante il padre sia il Signore dei Cieli, non se la tira, e ama i divertimenti popolari. Infatti, appena posizionato sopra il divanetto da dove guardo comodamente la TV in cucina, le lacrime si fermarono.

Dopo le prime azioni, ho capito che eravamo su fronti opposti. Gesù infatti, in quanto onnisciente, sapeva già che il Manchester avrebbe perso e naturalmente teneva per il più debole. Io invece, come sempre, tifavo Barça. Anche se sono un po’ fighetti. Anche se sono stati sfiorati da uno scandalo sul doping. E anche se a tenere lo stemma dell’Unicef su una maglia della Nike, mi sentirei imbarazzato come un telecronista che sta per usare un congiuntivo. Insomma… Meno male che giocano da Dio.

La partita fila via senza sorprese, e posso consumare con serenità la mia cena. Anche perché Gesù si lascia scappare qualche lacrima ogni volta che il Barcellona sta per segnare, riducendo alquanto la tensione. L’unico momento critico è al 79° minuto, quando Villa tocca il pallone con la mano nell’area del Barcellona. L’arbitro non fischia, ma il fallo da rigore è così evidente che per fare smettere di frignare il mio amico nazareno ho dovuto minacciare di dargli una forchettata nel costato (credo sia riuscito a perdonare la terna arbitrale soltanto nei minuti di recupero).

Dopo la premiazione, per consolarlo della sconfitta gli ho raccontato la barzelletta di Papa Ratzinger che si fa spiegare da una guardia svizzera come nascono i bambini. Poi l’ho rimesso subito al suo posto nell’andito e spento la TV. Non volevo sentisse parlare al telegiornale della possibile rielezione di Blatter a presidente della FIFA per la quarta volta. Quando il dirigente svizzero, già accusato di corruzione, era stato eletto per la terza volta, il mio messia da parete aveva avuto dei forti capogiri e vomitato tutto il divano. Se volete avere un’idea dell’odore, provate a lasciare fermentare pane e vino dentro un cadavere per duemila anni.

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